Titolo: Sherlock Holmes e il mistero dell’uomo meccanico
Autore: Antonella Mecenero
Casa Editrice: Delos Books – Milano
Anno di pubblicazione: 2014
Londra, 1881.
A causa delle ferite ricevute al fronte, il medico militare J.H. Watson è dovuto tornare in patria e, per opportunità economica, divide un appartamento con un giovane eccentrico investigatore, Sherlock Holmes. Quando un italiano si presenta al 221 di Baker Street per chiedere consiglio su un’oscura storia di brevetti rubati, ai due coinquilini sembra si presenti una vicenda ordinaria, utile solo a pagare l’affitto. L’uomo, però, viene ben presto trovato morto e dalle sue stanze risulta scomparso un misterioso prototipo.
Inizia così un’indagine senza respiro, da Londra all’Italia, che porta Holmes a confrontarsi a distanza con Innocenzo Manzetti, geniale inventore aostano, ma originario del Cusio. Un uomo nato in una terra che non ha saputo comprenderlo, in grado di costruire macchine meravigliose, ma incapace di spiegarle al mondo. Tra feroci omicidi e un giro internazionale di brevetti rubati, per Holmes l’indagine diventa ben presto un fatto personale in cui in gioco c’è l’onore del geniale italiano, una delle poche menti che l’investigatore riconosca come superiore alle sue.
A raccontare la vicenda è un Watson umanissimo, capitato per caso a Baker Street, che si rende conto che gli uomini geniali, se non hanno qualcuno che faccia loro da tramite e li spieghi al mondo, possono morire soli e incompresi e che senza il suo aiuto anche Sherlock Holmes potrebbe non sviluppare mai il proprio potenziale.
Il romanzo, impeccabile dal punto di vista dell’appassionato sherlockiano, ci riporta all’inizio dell’ultimo ventennio del XIX secolo, quando le innovazioni tecnologiche si susseguivano rendendo il mondo sempre più simile a quello che conosciamo. Offre inoltre un inedito ritratto di Innocenzo Manzetti, inventore sconosciuto ai più, probabilmente il vero padre del telefono, la cui mente era una vera fucina di invenzioni che i suoi conterranei, però, non riuscirono a comprendere e apprezzare.
(a cura dell'autrice)
ATTI GIORNATE STUDIO CAMPELLO MONTI
Titolo: “Campello e i Walser” Atti dei convegni di studi dal I del 1993 al XXII del 2014
A cura del: Walsergemeinschaft Kampel
Ad oggi sono stati pubblicati 22 fascicoli con gli atti dei convegni, di seguito si riportano i relatori con gli argomenti trattati, tutti relativi alla popolazione Walser e alla Valle Strona
I Convegno 1993: Francesco Pesce - Storia, tradizioni e cultura di Campello Monti; Dino Vasina - I Walser e la loro lingua: il Titschu di Rimella: Heinrich Welf - La lingua Walser; Angela Gagliardini - Esempi di frasi e parole nel titschu di Alagna; Mariangiola Bodo e Michele Musso - Comunità alemanne e franco-provenzali nel territorio di Issime e Gaby: note di toponomastica e demografia storica; Valerio B. Cantamessi - Indirizzi di ricerca storico-linguistica di Ornavasso: il Seicento; Paolo Crosa Lenz - Appunti per un’indagine antropologica su una Comunità walser delle Alpi: Campello Monti; Imelda Ronco Hantsch - D’junhfarwa - la servetta - poesia di Issime; Irene Alby - Hert beini - vicinissimo a voi: poesia di Issime; Anna Maria Bacher - Frindschaft - amicizia e Gagum Aba - verso sera: poesie di Formazza.
II Convegno 1994: Annibale Salsa - Il vissuto simbolico e magico religioso nell’ecosistema culturale alpino dei Walser campellesi; Fiorella Mattioli Carcano - Il rito della doppia morte (repit) a Santa Maria di Rimella e presso altre Comunità walser.
III Convegno 1995: Elvise Fontana - Miti e leggende, espressione di cultura popolare; Enrico Rizzi - I Walser a Campello.
IV Convegno 1996: Emilio Locatelli - Aspetti di vita quotidiana a Campello Monti prima del secondo conflitto mondiale. Alcune indicazioni bibliografiche; Michela Mirici Cappa - Ambiente e sistema edilizio nella cultura walser. Analisi della struttura tecnologica ed insediativa nelle colonie tedesco-vallesane di Alagna Valsesia, Macugnaga e Formazza.
V Convegno 1997: Grazia Bertola - Aspetti socio-economici del Comune di Campello Monti; Francesca Gandolfo - Realtà e mito nei costumi tradizionali e popolari del Piemonte e della Valle d’Aosta Gli abiti raccontano la loro storia : il costume femminile di Campello Monti.
VI Convegno 1998: Antonio Zaretti - Storia delle singole case, in funzione dei loro proprietari, nel corso dei tempi; maestro Renato Perinetto - Pirubek - poesia di Issime di Alberto Linty : analisi e commento.
VII Convegno 1999: Giovambattista Beccaria - Le origini della Comunità Ecclesiale di Campello e della sua parrocchia nel 250° di fondazione 1749/1999; Mariangiola Bodo - Michele Musso – Alessandra Sarasso - Issime una Comunità alpina : cibo e identità culturale.
VIII Convegno 2000: Sergio Monferrini - Pellegrinaggi walser alla tomba di San Giulio d’Orta dal sec. XVI; Susanne Lehringer – Franz Hochtl L’alta Valstrona tra paesaggio alpino tradizionale e libero sviluppo della natura (wilderness).
IX Convegno 2001: Mario Remogna – Sistemi tradizionali di cura delle malattie fra la gente walser; Luigi Rossi – Origini e cause dell’emigrazione campellese verso l’area tedesca. Le vie ed i mestieri.
X Convegno 2002: Annibale Salsa – Montagne e montanari tra passato, presente e futuro, ovvero tra dimensione locale e dimensione globale; Istituto Tecnico “Ferrini” e Beccaria G. Battista - 1781 – la piena distrugge 2002 – il computer ricostruisce
XI Convegno 2003: Enrico Rizzi – 750 anni di storia Walser. Formazza, il nido d’aquila dei coloni, e la fondazione di Bosco Gurin; Elvise Fontana e Luca Spadaccini - Storia e geologia delle miniere di nichelio di Campello.
XII Convegno 2004: Antonio Biganzoli – Prima dei Walser sui monti di Campello. Tracce rupestri arcaiche del mondo pastorale; Augusto Vasina – La Storia di Rimella; Milena Vasina Fegiz – I rapporti culturali tra Campello e Rimella.
XIII Convegno 2005: Don Carlo Scaciga Delegato Vescovile per i beni ecclesiastici. Introduzione lavori; Rossana Vitiello Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico del Piemonte - Guercino e il dipinto di Campello: l'artista e la storia di un progetto in corso; Francesca Dal Maschio, Miriam Pitocco e Giulia Cervi Restauratrici - San Francesco che riceve le stimmate: anteprima di un restauro.
XIV Convegno 2006: Padre Adriano Erbetta : 1906 – 2006, i cent’anni dell’alberghetto Nigritella; Paola Pesce Tensi : 1976 – 2006, i trent’anni della Pro Loco; Susanne Lehringer : Campello, una realtà ambientale da salvaguardare a beneficio di tutti; Giambattista Beccaria - L’inquisitore Peter di Macugnaga e il diavolo vestito di verde.
XV Convegno 2007: Dorino Tuniz – “Campello Monti dalla sua origine fino ai giorni nostri”. Presentazione della ristampa del libro edito nel 1940; Padre Adriano Erbetta - I cento anni del terzo cimitero di Campello. Una storia che inizia nel 1551.
XVI Convegno 2008: Rinaldi Paglino Manuela - La genesi storica delle leggende; Elena Wetzel - Le leggende dell’area Walser di Campello Monti; Carlo Alessandro Pisoni - Una inedita relazione di fine Seicento sui passi dei Walser tra Alta Sesia e "Valdagosta"; Valerio Cirio - Architettura Rurale Walser dell'Alta Valle Sesia in alcune "nuove" antiche immagini di fine Seicento; Roberto Bellosta - Le comunità Walser dell'Alta Valsesia e la difesa dei valichi alpini. Le vicende politico-militari degli anni '90 del Seicento nelle carte del fondo Museo don Pietro Calderini di Varallo.
XVII Convegno 2009: Dorino Tuniz - Gli Statuti di Agaro e Ausone, espressione e specchio di due Comunità alpine; Edgardo Ferrari - Statuti di Agaro e Ausone, villaggi Walser in Valle Antigorio; Luisella Mazzetti - ….e per stelle i pesci. Brevi ricordi vissuti di tre villaggi walser sommersi : Agaro, Morasco e Quarazza.
XVIII Convegno 2010: Roberto Baggio - Il tempo Silenzioso; Rodolfo Piralla - Analogia dei sistemi orari: tempo medio civile e tempo solare vero; Fabio Garnero - Il quadrante solare della chiesa di Campello: lo stato di conservazione e l’ipotesi di restauro; Fabio Savian - Sundial Atlas, lo strumento internet per l'archiviazione degli orologi solari e le meridiane presenti nei territori dei Walser; Luca Mercalli - Il clima all’epoca dei Walser (1200 – 1600) e nella fase attuale.
IXX Convegno 2011: Rolando Balestroni - Tensi Giovanni, un campellese “decorato” per la partecipazione alla terza campagna di guerra del 1866 per l’indipendenza d’Italia. - I Walser del Piemonte per l’Indipendenza : cenni; Silvano Ferro e Lorena Dresti - I registri parrocchiali di Campello dal 1750 al 1900 nell'ambito de "I Luoghi del Metodo Ferro"; Padre Umberto Muratore e Padre Gianni Picenardi - Rosmini per il Risorgimento, tra unità e federalismo; Roberto Dellavedova - Testimonianze della flora della Valle Strona nell'erbario storico del Collegio Rosmini di Domodossola
XX Convegno 2012: Susanne Lehringer - Il Parco per la sua gente è vincolo o opportunità? Tullio Bagnati - I primi vent’anni del Parco Nazionale Val Grande: quali ricadute sul territorio; Paolo Caruso - Il Parco opportunità per il rilancio della Valle Strona, nel quadro di un nuovo modello di economia sostenibile; Valentino Valentini : Aree protette e ricadute territoriali: da semplice vincolo ambientale a possibile volano di crescita? Nicoletta Furno - L’inserimento dell’Alta Valle Strona nel parco della Valsesia : tra novità e ritorno al passato.
XXI Convegno 2013: Giuseppe Femia - Le antiche vie della Valle Strona : la mulattiera Omegna/Campello; Gian Domenico Cella - Grotte e miniere dei territori Walser; Valeria Mora - Un notaio di Campello nel Fondo Notarile dell’Archivio di Stato di Verbania.
XXII Convegno 2014: Battista Beccaria - Il Sempione via medioevale per i commerci verso l'Europa e via di immigrazione dei Walser verso il Sud delle Alpi; Paolo Crosa Lenz e Paola Tensi Pesce - I Bandi Campestri, le regole comunitarie di Campello Monti; Marina Dell’Omo - La decorazione della chiesa parrocchiale di Campello Monti.
(a cura di Luisella Mazzetti)
Titolo: Imolo la storia ritrovata di un villaggio del Cusio
Anno di pubblicazione 2014
A cura di: Bianca Maria Dell’Acqua Dell’Orto, Fiorella Mattioli Carcano e Valerio Cirio – Associazione Storica Cusius
Edizione Carattere Mobile Borgomanero
Percorrendo la strada Provinciale 229 del lago d’Orta ad un tratto, nel territorio di Orta San Giulio, si incontra la località di Imolo, un pugno di ville tagliato in due dalla via di comunicazione, con il Circolo Velico e la chiesa dedicata a San Bernardo d’Aosta.
Nel volume i testi di Cesare Carcano, Giuliana Cibrario Simondetti, Valerio Cirio, Stefano De Gennaro, Maina Mainardi, Fiorella Mattioli Carcano e Tullio Rigotti scavano nella storia dell’antico borgo, citato per la prima volta dallo storico Lazaro Agostino Cotta in riferimento ad un lascito del canonico di San Giulio, Giovanni Prato d’Imolo, del 1472.
Imolo appartiene all’acqua, alla terra e alla pietra, “piccolo mondo antico” per villeggiature “d’antan” in barca a vela, un luogo da scoprire e da riscoprire magistralmente spiegato nel suo complesso architettonico, di persone e di natura. Il libro, riccamente illustrato, esplora anche quella che fu la cartografia antica riscoprendo toponimi quasi dimenticati, Viganallo, Vallaccia, Arella.
(a cura di Luisella Mazzetti)
Titolo: “Galloni 1914-2014 Le leggendarie motociclette di Borgomanero”
Stampa Andersen, Boca
Anno di pubblicazione 2014
Autori: Mauro Borzini, Fabio Valeggia
A cento anni di distanza rivive la mitica moto Galloni.
Alberto Galloni, nato a Romanengo nel cremasco nel 1890, dopo aver compiuto gli studi tecnici venne assunto alla Breda settore trebbiatrici. Nel 1912 la ditta lo inviò a Borgomanero per la manutenzione delle trebbiatrice vendute in quella zona: Alberto conobbe quella che diverrà sua moglie e pertanto decise di rimanere a Borgomanero dando vita ad una officina per continuare autonomamente il suo lavoro.
Conobbe nel frattempo Aldo Piscia, un appassionato di meccanica ed insieme realizzarono la loro prima moto contraddistinta dalla sigla P.G. ed equipaggiata con un motore 350cc a quattro tempi.
Passarono gli anni della prima guerra mondiale e Galloni si dedicò, ad Omegna, alla produzione di materiale bellico in un piccolo stabilimento. Nel 1919 si ripresentò l’idea della produzione di motociclette: questa volta Alberto realizzò una bicilindrica 500 cc da corsa che si distinse per la conquista di alcuni records italiani di velocità.
La produzione in serie vera e propria iniziò nel 1920, prima con una piccola motocicletta a due tempi e successivamente nel 1921 con una bicilindrica da 500 cc. Sulla stessa base della 500 cc Galloni realizzò anche una 750 cc principalmente destinata all’accoppiamento al sidecar, esigenza a quel tempo molto sentita.
Galloni credeva fermamente che la via dei records di velocità potesse rendere in modo inequivocabile le possibilità del mezzo e quindi affermarne la distribuzione. Un primo avvenimento in questa direzione si verificò alla fine del 1921 quando Gino Zanchetta alla guida della 750 cc, sul rettifilo Borgomanero-Cureggio, ottenne il record italiano del chilometro lanciato con una media di 132,352 km/h.
Negli anni seguenti, pur mantenendo a listino le versioni 500cc e 750 cc, Galloni puntò principalmente sul nuovo modello 250 cc decisamente di minore costo e maggiore maneggevolezza.
E sono proprio gli anni che vanno dal 1925 al 1926 a dare maggiori soddisfazioni alla casa borgomanerese. Il trionfo arrivò in particolare nel IV Circuito motociclistico d’Italia categoria 250 cc e il pilota Alfredo Panella nel 1926 conquistò il titolo di campione d’Italia in sella alla rossa Galloni.
Nel 1927, per problemi di carattere finanziario la ditta venne temporaneamente chiusa, ma l’anno successivo riprese la normale produzione di 250, 350 e 500 cc. L’ultimo modello che venne progettato fu un 173 cc, poi nel 1931 la produzione cessò definitivamente. Oggi le moto Galloni sono rarissime e molto quotate sul mercato delle moto d’epoca.
Una anteprima del libro può essere consultata all'indirizzo:
http://issuu.com/accendiamolamemoria/docs/anteprima_galloni/0
Per maggiori informazioni: www.motogalloni.it
(a cura degli autori)
Titolo: “Trekking sul lago d'Orta”
Stampa Tipolitografia Salvini - Comignago
Anno di pubblicazione 2014
Autore: Fabio Valeggia
E’ uscita in libreria all’inizio dell’estate del 2014, una nuova guida del lago d’Orta dal titolo “Trekking sul lago d’Orta – 20 passeggiate ed escursioni”. Il testo è curato da Fabio Valeggia, autore in passato di altre guide escursionistiche sul territorio del Cusio e consulente per Ecomuseo Cusius del progetto Girolago.
La novità assoluta di questa guida è legata al fatto che è stata stampata in tre lingue, italiano, inglese e tedesco: da tempo si avvertiva infatti la necessità di colmare una lacuna editoriale che non prevedeva in libreria una guida pratica ad uso del turista straniero che visita le nostre zone e che desidera inoltrarsi a piedi alla scoperta delle sue bellezze.
Tutto questo è stato possibile grazie alla collaborazione con il Liceo Don Bosco di Borgomanero: gli studenti della classe terza del Liceo delle Scienze Umane, grazie ad un progetto didattico, si sono infatti occupati della traduzione della.
E’ stato un modo nuovo di studiare, di sperimentarsi mettendo a disposizione le proprie competenze linguistiche. Insegnati e ragazzi hanno infatti aderito a questo progetto di rivalutazione della rete di sentieri del Cusio: il percorso è divenuto per loro non solo l’occasione per attività sportive o ricreative, ma anche uno strumento di lettura del territorio, collegamento con le realtà culturali, ambientali, produttive, tradizionali e paesaggistiche.
Tra le venti escursioni segnalate, corredate ognuna da una cartina dettagliata e un profilo altimetrico, troviamo proposte a vari livelli di difficoltà: dalla semplice passeggiata per tutti da effettuarsi in poco tempo, all’escursione impegnativa fino al raggiungimento della vetta del Mottarone o il passaggio ai monti della vicina Valsesia.
Una decina di proposte sono legate al progetto Girolago, un’iniziativa realizzata dall’Ecomuseo del Lago d’Orta e Mottarone sulla base di una specifica richiesta dei comuni del Cusio di ideare e gestire un piano per la valorizzazione del territorio cusiano.
Girolago vuole essere un modo nuovo di scoprire il territorio, partendo da quella rete di sentieri che si è sviluppata nel corso dei secoli.
Un territorio, il Cusio, ricco di storia, carico in ogni angolo di tracce importanti, troppo spesso poco valorizzate e conosciute anche da chi vi abita. Eppure di questo lago e del territorio che lo circonda, hanno scritto in molti ed anche letterati illustri come Honoré De Balzac, Eugenio Montale e Mario Soldati, solo per citarne alcuni.
Questa nuova guida “Trekking sul lago d’Orta” è l’occasione per riscoprire questo territorio, conoscerlo a fondo, camminare lento, respirarne ogni angolo e seguire le orme di chi ci ha preceduto alla scoperta di questo piccolo ma affascinate bacino lacustre.
Buon cammino a tutti.
Reperibilità del testo: f.valeggia@gmail.com
Titolo: Carcegna, antica comunità del Cusio
Anno di pubblicazione: 2014
Editore: Carattere Mobile
“Carcegna, antica comunità del Cusio” è un volume edito dall’Associazione Storica Cusius, riccamente illustrato nel quale vengono prese in considerazione le origini a partire dai suoi più antichi abitanti, le antiche famiglie e i loro stemmi, il paesaggio, la toponomastica, la chiesa e i suoi tesori artistici, il rito del “cantamars”, è un vero e proprio un trattato a 360° per far conoscere questa frazione di Miasino dal fascino molto particolare della quale non era ancora stato fatto alcuno studio preciso e regolare. Curatori del libro Fiorella Mattioli Carcano e Tullio Rigotti con testi di validi e autorevoli studiosi: Cesare Bermani, studioso del folklore, Maurizio Bettoja, araldista, Susanna Borlandelli, storico dell’arte, Cesare Carcano, dottore in scienze agrarie, Carlo Carena, storico della letteratura, latinista e grecista, Valerio Cirio, dottore in architettura, Paolo Enrico Colombani Rossi, dottore in storia dell’arte, Filippo Colombara, studioso del folklore, Andrea Del Duca, archeologo, Marina Dell’Omo, storico dell’arte, Flavia Fiori, storico dell’arte, Fiorella Mattioli Carcano, storico del cristianesimo, Sergio Monferrini, storico, Uberto Pestalozza, storico delle istituzioni, Simone Riccardi, storico dell’arte, Tullio Rigotti, ricercatore d’archivio, Maria Verbicaro, dottore in storia, Paolo Volorio, architetto.
(a cura di Luisella Mazzetti)
Titolo: La neve cadeva a larghe falde – I racconti di un medico condotto (in appendice i racconti di Alberto Cravero)
Autore Adelchi Cravero
Editore Giuliano Ladolfi Editore
Anno di pubblicazione 2014
Se pensate a una raccolta di brevi racconti vergati con la scrittura frettolosa tipica dei medici dovrete ricredervi, in questo libro Adelchi Cravero ha messo la sua anima, il suo piacere di svolgere una professione così impegnativa e importante.
Medico condotto storico di Armeno e dintorni fino al 1953, specializzato in ostetricia, narra le sue giornate in modo semplice ma ricco di emozioni, i momenti concitati di parti difficili, di tragici incidenti. Pagina dopo pagina riaffiorano le storie di Armeno e dei paesi del Cusio dove lui accorreva ogni volta che qualcuno stava male o era in difficoltà. Non lo fermavano la neve e neppure le strade impervie che doveva percorrere a piedi.
Quante volte, si legge, era stato svegliato nel cuore della notte, o interrotto non appena si apprestava a consumare la sua cena, da qualche alpigiano in apprensione per le sorti della moglie. Uomini rudi e abituati a lavori pesanti che non sapevano come comportarsi nel momento in cui il figlio che stava per nascere rischiava di morire insieme alla mamma. E così Adelchi partiva con la sua borsa contenente tutto l’occorrente, come la notte in cui “la neve cadeva a larghe falde” e seguiva a stento i lunghi passi dell’uomo che era venuto a chiamarlo.
Doveva arrivare fino all’Alpe Malanotte, nome assolutamente appropriato in quella circostanza. Quella notte una manina di bimba strinse il suo dito prima ancora di venire al mondo in modo a dir poco rocambolesco.
A quell’epoca il medico di famiglia era in servizio continuativo 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, la sua arte doveva essere esercitata a 360°. Fu anche “psicologo” per escogitare espedienti e guarire malati immaginari, dovette intervenire nel triste pomeriggio in cui 5 seminaristi della Casa dei Padri furono colpiti da un fulmine a Cheggino e tre di loro morirono.
Quando smise di esercitare attorno al “dutor” si formò quasi un’aura mistica trasformandolo in un mito le cui gesta sono state magistralmente tramandate dal figlio Alberto, anche lui dottore.
(a cura di Luisella Mazzetti)
Titolo: Togna mirabolante, dal retro strabiliante
Autori: Mauro Borzini, Daniele Godio
Editore Les Visionnaires
Anno di pubblicazione 2014
Una pubblicazione che rende omaggio alle tradizionali maschere borgomaneresi che si impossessano delle chiavi della Città durante la settembrina Sagra dell’Uva. Si tratta della Sciora Togna e della sua serva Carulena. Una attenta ricerca condotta dagli autori per scoprire tutti i personaggi che hanno interpretato le maschere cittadine a partire dal lontano 1936 fino al 2014. La storia delle maschere partendo dalle origini: la prima apparizione di questo personaggio (realmente esistito) si ritrovava in una cartolina stampata in occasione dell’Indisposizione Artistica di Borgomanero del 1904.
Sfogliando le pagine di questo testo, riccamente illustrato con numerose foto provenienti da archivi privati, si passano in carrellata i volti più o meno noti. Dalla storica Carulena Giovanni Battista Piemontesi, all’unica donna che interpretò la Sciora Togna, Tarsilla Colomba Zambrini. Di lei si hanno pochissime notizie: era nata ad Invorio nel 1911 e abitava nella frazione invoriese di Talonno.
Così si passano in rassegna gli storici nomi di Giovanni Pennaglia o Pierino Tinivella per arrivare ai più recenti Walter Nicolini (purtroppo prematuramente scomparso) e Tiziano Godio.
E con Tiziano Godio inizia l’era della doppia Sciora Togna: due maschere per riuscire a coprire i numerosi impegni e apparizioni che questa maschera curiosissima, dal retro enorme, deve sostenere.
(a cura di Fabio Valeggia)